Amen, amen

Assetati di acqua
e con lo stomaco vuoto,
la Libia tormentatrice
ci attende con la bocca affilata.

Iniziamo il viaggio dal Sudan, 

siamo entrati nel Sahara.

Per attraversare con pazienza

tutto il travaglio

(patimento – sofferenze) 

Assetati di acqua

e con lo stomaco vuoto, 

la Libia tormentatrice

ci attende con la bocca affilata.

Maccheroni il nostro pranzo,

maccheroni la nostra cena. 

E ci alziamo pure con la fame. 

Il nostro capo T. ci chiede

di farci spedire i soldi, 

se non ce li facciamo spedire,

invece dei maccheroni 

ci sarà una pallottola a colazione. 

Continua il viaggio 

dall’interno della Libia. 

Verso la riva del mare.

Accompagnati da un lungo bastone. 

E con le nostre cicatrici, 

senza che sia guarita la scabbia.

 Traballando siamo saliti sulla barca 

“O mare, abbi tu pietà di noi, 

siamo stati noi a venire, 

non ne hai colpa. 

Ecco, mare, sia più saggio il tuo cuore!” 

Ecco, abbiamo iniziato il viaggio 

Quando siamo saliti sulla barca implorando Dio per la paura 

affinché non accada il peggio 

alle nostre vite,

siamo arrivati in mezzo al mare 

e abbiamo visto la nave italiana 

l’abbiamo accolta dicendo 

“amen, amen” 

e abbiamo concluso 

dicendo “Grazie a Dio”.

 

G. – Eritrea