16 Mag Come Robur the Conquer
Forse avete sentito il romanzo che si chiama Robur the Conquer di Jules Verne posso dire che la mia vita era come la sua, non avevo da mangiare ne la casa, c’erano tanti giovani qui che volevano andare in Italia.
I giorni tutti passavano e ancora io non avevo fatto niente guardavo il mare gli chiedevo ma fino a quando sarò ospite dell’isola. Io che dopo tanti anni e adesso ancora ho lo zaino che porto con me qua e là. A quando ho preparato lo zaino e ho preso la direzione dei monti e quei giorni che ho attraversato l’Iran così difficilmente. Si, specialmente quella sera che sono stato tra la Turchia e l’Iran e la mia vita non era tra le mie mani e stavo salendo sulla montagna. Quella sera io e i miei amici stavamo salendo sulla montagna.
La sera era molto scura e tanto che non riuscivo a vedere davanti. Perché la sera, la montagna e la morte erano le migliori amiche ed erano decise ad ucciderci. Quella sera neanche la luna ci ha aiutati e non ci ha regalato la sua luce.
Eravamo solo noi, le montagne e la strada, la strada che non aveva la sua fine. Ho fatto questa strada con difficoltà e non potevo credere di essere ancora vivo; dopo fino a Patrasso é stato più facile e sono arrivato ad Atene. Atene era la città antica e avevo grande memoria delle guerre e questa città era anche la città dei filosofi grandi come Aristotele, Aristofane e Socrate che sono entrati in questo mondo e ci sono rimasti con tante cose loro. Io sono stato solo una settimana ad Atene e in quei giorni ho visto tante scene che mi hanno dato fastidio come le persone che sono tornate dai paesi come la Germania e l’Austria. Ma più importante di tutto, io volevo andare a Patrasso, altri che tornavano da Patrasso mi dicevano che la situazione lì era un casino e forse dicevano muori per il caldo, il freddo, l’aria, la fame, la sete. Comunque io sono andato a Patrasso e ho visto che era bella come isola, sono andato verso la gente e ho visto le loro facce stanche e piano piano ho visto come erano le loro condizioni: uno di loro stava li da quanti mesi, sembrava da due anni e quindi mi sono dispiaciuto di più. In quei giorni faceva troppo caldo e mi sentivo più male e più scuro.
Forse avete sentito il romanzo che si chiama Robur the Conquer di Jules Verne posso dire che la mia vita era come la sua, non avevo da mangiare ne la casa, c’erano tanti giovani qui che volevano andare in Italia. C’è un cimitero dove tanti giovani afghani hanno dormito sotto la sua terra ma comunque la verità é un’altra cosa perché tutti già sanno che così è ma vanno verso la morte e vanno avanti avanti…
Dopo alcune volte che sono stato ai camion e mi hanno controllato non avevo più speranza. Solo il mare era il mio amico e quindi tutti i giorni andavo a vederlo, lui mi abbracciava, lo ascoltavo e mi ha promesso un giorno che non sarei rimasto più a Patrasso. Finchè una sera sono entrato in un camion pieno di angurie tanto che sopra la nostra testa c’erano tre piani di legno sui quali c’erano 600 kg di angurie, solo tre piani di distanza tra noi e la morte.
Dentro era troppo scuro tanto che pensavo di essere stato sotto terra comunque meglio sotto terra perché lì eri solo ma così eravamo tre con tanti problemi. Mi sono rilassato quando il camion è entrato sulla nave, qui c’era un ragazzo che si chiamava Mohamed, lui era rimasto due anni a Patrasso con tante esperienze come un vecchio.
Finalmente dopo 40 ore siamo arrivati in Italia: veramente io ero in Italia o ero ancora ospite a Patrasso? O forse stavo vivendo un sogno. Forse non eravamo vivi e pensavamo di essere in Italia, noi dovevamo uscire perché i piani di legno erano scesi di metà.
E finalmente siamo usciti e non potevamo camminare e vorrei dire che siamo rimasti per tante ore così e le nostre gambe ci facevano male e non mi ricordo il nome della città dove siamo scesi ma siamo scesi e siamo arrivati a Roma, Roma, Roma, Roma ma anche in Roma c’era casino, cioè vivere in Piramide, Piramide è fratello di Patrasso così che tutti i giorni e tutte le stagioni con il freddo e il caldo e i problemi specialmente perché dovevamo dormire sotto il cielo, io per esempio ho avuto questo problema per due mesi.
Finalmente i giorni a Piramide sono finiti e adesso c’è il futuro e devo provare a lavorare molto, a me piace studiare, forse andrò all’università. Spero che la gente raggiunga il suo desiderio.
Arrivederci.