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Ion e Sergio li hanno presi, li hanno menati tutta la notte, li hanno morsi i cani sulla schiena, sui piedi, ma io continuavo a correre non sapevo dove andavo ma correvo per non farmi prendere, mi sbattevo contro gli alberi cadevo mi rialzavo e correvo avanti.
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La strada per un futuro migliore
Ero nella classe 8 avevo 15 anni e pensavo come farmi un futuro migliore avevo pensato a tante possibilità e alla fine ho deciso di partire per l’Italia in Europa ma i miei genitori non erano d’accordo e io li pregavo e li dicevo di lasciarmi andare e alla fine ci siamo capiti ci siamo messi d’accordo se finisco le medie (9a classe) mi lasciarono andare. È passato l’ottavo anno e novesimo anno ho preso il documento che ho fatto nove anni e alla fine è arrivato il tempo di partire per l’Italia.
La prima volta quando sono partito ero io [con] una persona più grande con il suo figlio 14enne, siamo partiti la mattina alle 5 e la sera siamo arrivati alla frontiera tra la Moldavia e l’Ukraina, abbiamo aspettato che si faceva buio e siamo partiti, camminavamo tra l’erba alta un metro era fango dopo la pioggia; abbiamo passato la frontiera della Moldavia dopo era un canale profondo due metri che lo abbiamo passato e siamo arrivati alla frontiera Ukraina abbiamo passato pure quella e camminando abbiamo visto il primo paese dell’Ukraina ma prima di poter entrare sono arrivati i soldati erano le 2 di notte eravamo bagnati da testa ai piedi.
Loro ci hanno portati in caserma e ci hanno chiusi in una stanza solo con le sedie e io dalla stanchezza mi sono messo a dormire su due sedie e ho dormito bagnato cosi ero tutto di fango; secondo giorno a me e alla persona più grandi ci hanno portati in un’altra stanza ma il bambino di 14 anni lo hanno mandato a casa; in quella stanza era un letto largo 1 metro e lungo 2-3 metri dopo due settimane che ci hanno tenuti chiusi ci hanno portati a casa e poi d’accordo per partire. Ma per loro era la prima volta, le persone che ci dovevano far portare in Italia ci hanno portati prima da una persona a casa che conosce le strade e le persone che ci possono portare fino alla frontiera con la Slovacchia. Noi le abbiamo dati 50 euro ciascuno e ci hanno detto come arrivare.
Alle nove di sera siamo partiti, alle 11 di notte siamo arrivati alla frontiera di Ukraina l’abbiamo passata poi abbiamo camminato più o meno 4 km a le 4 di mattina abbiamo preso un pullman abbiamo fatto strada fino alle 9 di mattina, poi alle 6 di sera abbiamo preso il treno dove ci aspettava il controllore di biglietti lui sapeva di noi lui era informato da qualche giorno, lui ci ha nascosto nel treno e gli abbiamo dato 50 euro abbiamo trascorso la strada dalle 6 di sera fino al secondo giorno.
Quella persona che ci ha aiutato di salire sul treno ci ha portato da un taxista anche lui sapeva di noi e ci ha portati vicino alla frontiera della Slovacchia anche al taxista abbiamo pagato tutti 50 euro, ci siamo avvicinati alla frontiera eravamo vicini 100 metri abbiamo aspettato che cali la notte e alle 11 siamo partiti in mezzo a una foresta poco più avanti era troppo buio non vedevamo proprio niente siamo arrivati alla frontiera era un muro alto 3 metri, lo abbiamo passato il muro e poi dopo 20 metri ci hanno visti i soldati dell’Ukraina, correvano dietro con i cani con le macchine e noi correvamo verso la frontiera della Slovacchia tra gli alberi era troppo buio non vedevamo niente correvamo cosi avanti ci picchiavano con le teste dai alberi era un tipo di erba che si attaccava ai piedi era difficile correre cadevamo e i soldati dietro con i cani; io correvo, prima Ion poi Sergio si è ( si è allontanato da noi ) è caduto tra i rami dei alberi e non poteva più correre, io con Ion eravamo arrivati alla seconda frontiera, che aveva un muro alto di 1 metro , io ci sono riuscito a saltarla ma quando ho saltato ci sono caduto in un canale profondo di due metri e mi sono rialzato e [ho] continuato a scappare ero pieno di fango, ma anche Ion è saltato la seconda frontiera e [è] caduto in canale non è riuscito a rialzarsi perché Ion lo ha a preso un cane e gli ha morso un piede.
Ion e Sergio li hanno presi, li hanno menati tutta la notte, li hanno morsi i cani sulla schiena, sui piedi, ma io continuavo a correre non sapevo dove andavo ma correvo per non farmi prendere, mi sbattevo contro gli alberi cadevo mi rialzavo e correvo avanti ho corso per 2 ore finché non sono caduto e mi sono messo tra due alberi ma i soldati mi cercavano con le macchine con i cani avevano delle torce enormi e forti ma non mi hanno visto, ho aspettato finché non è arrivato il giorno ero pieno di fango era freddo da morire, di giorno i soldati mi cercavano ancora io di nascosto sono entrato in Slovacchia, in primo paese mi hanno preso la polizia io non potevo più correre ero tutto bagnato e non mangiavo da un giorno, loro mi hanno portato da loro in caserma mi hanno tenuto lì per 3 ore come ero tutto sporco di fango mi hanno dato ai soldati dell’Ukraina.
I soldati dell’Ukraina mi hanno portato in caserma dove ho trovato i miei amici Ion e Sergio ci hanno messi tutti e tre in una stanza piccola, dopo iì è venuto un soldato bello grande e grosso e mi ha chiesto a me “a te hanno preso per ultimo” e io non ho fatto tempo a rispondere quando lui ha cominciato a menarci a tutti e tre e avevo la faccia tutta rovinata ci hanno messi a fare la pulizia in tutta la caserma. È passata la sera ci hanno messo le manette ci hanno fatto salire su una macchina e ci hanno portati in una galera li siamo rimasti per una settimana chiusi sempre in una stanza piccola eravamo sei ragazzi noi tre e altri tre più grandi in quella stanzetta era il bagno e la cucina ci davano solo un pezzo di pane, patate nell’acqua bollente faceva schifo eravamo picchiati forte, da loro.
Ion non poteva neanche alzarsi dal letto e passata una settimana ci hanno preso i soldi e ci hanno dati solo per arrivarci a casa, in galera sono dimagrito 6 kg, dopo abbiamo fatto una notte col treno , ci hanno denunciati alla polizia di Moldavia eravamo 28, ragazzi e ragazze donne e uomini e anche in galera siamo rimasti 8 moldavi e noi tre e una ragazza ci hanno tenuti da loro in caserma 2 giorni e ci hanno portati là per farli vedere da dove siamo passati ma noi non volevamo dire la strada che abbiamo passato perché dopo di noi volevano passare altri ragazzi e alla fine siamo arrivati a casa, con facce, con i piedi tutti il corpo rovinato, la polizia della Moldavia ci hanno fatto giudicare perché siamo passati illegale abbiamo avuto problemi con la polizia abbiamo speso tanti soldi solo così potevamo scappare da loro ma non ci siamo riusciti, ci hanno detto di non uscire dal paese per tre mesi e abbiamo aspettato un mese finché non è andata la paura di prima e mi veniva di nuovo il pensiero di partire per l’Italia scappare dalla polizia e dal casino che abbiamo combinato con partire per l’Italia sono andato ancora da quella persona di prima lui mi ha fatto vedere un’altra strada tra le montagne, passare nella Slovacchia e mi sono preparato di nuovo per partire, ed ecco che siamo partiti solo noi due, siamo arrivati dove era la più pericolosa frontiera di Slovacchia erano le tre di pomeriggio e siamo partiti in montagna abbiamo passato la 1 e la 2 montagna e siamo arrivati alla frontiera dove era un muro alto tre metri lo abbiamo oltrepassato e ci siamo messi in corsa e quando siamo arrivati in cima alla montagna è arrivata la notte ci siamo sdraiati vicino a un albero e a mezza notte ha cominciato a piovere, era quello che noi non desideravamo ma non avevamo scelta e abbiamo aspettato la luce del sole, e pioveva ancora non vedevamo dalla nebbia, abbiamo perso la direzione dove eravamo diretti non sapevamo dove andare, guardavamo la giù in giro e vedevamo solo alberi alti, ma avevamo una mappa con noi ci siamo orientati noi così sapendo niente e siamo andati avanti così andavamo in tutte le direzioni non volevamo più niente eravamo bagnati, affamati avevamo con noi solo un po’ di tonno ma non era neanche buono perché si sono bagnati e come camminavamo noi tra le montagne abbiamo trovato una borsa di soldati dell’Ukraina nella borsa c’era del tè caldo, un po’ di pane e salsicce la borsa era coperta da una giacca di nylon, non ti potevi bagnare io me lo sono messo addosso, abbiamo mangiato tutto quello che c’era dentro e poi siamo andati via subito per non farci prendere per la terza volta, se ci prendevano ci chiudevano in galera.
Abbiamo camminato in quella direzione per due ore e alla fine siamo entrati nel paese della Slovacchia, abbiamo fatto 50 metri ed ecco la polizia si è avvicinata ci hanno presi e ci hanno portati in caserma, il 2° giorno ci hanno fatto salire in un bus e abbiamo fatto una strada di sei ore finché siamo arrivati in un paese, Trencin, lì ci hanno portati in un asilo lì dovevamo stare chiusi per una settimana forse di più, lì ci siamo incontrati con altri due ragazzi moldavi, è arrivato il secondo giorno e noi eravamo stanchi di essere sempre chiusi quando è arrivata la sera verso le nove siamo scappati tutti 4 da un buco da dove ci davano da mangiare, abbiamo camminato dopo c’era una foresta fuori dalla città abbiamo preso il taxi per Wienna eravamo arrivati verso l’1 per la strada siamo entrati in un internet, in un caffè che lavorava tutta la notte li ci siamo incontrati con dei conoscenti di Ion, ci hanno ospitati per 2 settimane, dopo abbiamo preso il treno per Padova.
In Padova alla stazione ci hanno incontrati dei amici da loro siamo rimasti fino al secondo giorno di mattina e poi abbiamo preso il treno per Roma. Quando siamo arrivati a Roma siamo andati alla polizia.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]