Sono un ragazzo iraniano e ho avuto problemi in Iran, anche se è il mio paese. Tutto è stato molto difficile. Facevo due lavori: quello di stalliere e quello di lavapiatti. Mio padre e mia madre sono anziani. In Iran ci sono state le elezioni, la maggior parte della gente voleva Mosavi e voleva lui il vincitore. Ma ci sono stati brogli elettorali.

Tutti sono scesi in piazza a manifestare ci sono stati scontri in una piazza, tutti protestavano e c’è stata una grande confusione io ci sono stato con mio fratello. Eravamo poche persone e le forze armate ci hanno aggredito.

Eravamo in cinque, ci hanno bendato gli occhi e ci hanno fatto salire su un camion e portati in una stazione di polizia. dove ci hanno picchiato fino a quasi ucciderci. Questo è durato una settimana, dopo di che ci hanno portato in carcere, dove siamo rimasti un mese e dove continuavano a picchiarci. Il carcere iraniano è molto pericoloso.

Dopo un mese ci hanno trasferiti in un altro carcere. Io, mio fratello e altre 10 persone siamo fuggiti dal carcere anche se ci sparavano contro. Siamo arrivati in un’altra città io sono scappato verso la Turchia e mio fratello ha deciso di restare con miei genitori.

Sono rimasto tre giorni in Turchia e poi sono partito per la Grecia, e sono arrivato in Italia con tante difficoltà. Ho sempre pensato che Dio fosse con me.