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Piangevo di solitudine e nostalgia e qualche volta pregavo, pensavo di essermi impazzito.
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Nell’attesa di partire, mi mancava molto la mia famiglia, non potevamo uscire da quella casa e ci annoiavamo molto . Finalmente è arrivato il momento di partire nella notte ci hanno fatto salire in un furgone dove lo spazio era sufficiente solo per 10 persone e invece eravamo 28! Negli zaini avevamo del cibo da mangiare ma loro ce li hanno tolti. Faceva troppo caldo ed era difficile anche respirare. Dopo 8 ore ci hanno fatti scendere in un posto dove c’era un camion che ci aspettava e siamo stati 24 ore in viaggio nel camion senza bere e mangiare.
Ho vissuto dei momenti veramente tristi, vedere donne e bambini che svenivano per la sete o la mancanza di aria. Il camion si é fermato in un posto di mare, dove dovevamo imbarcarci su una barca per l’Italia ma era in ritardo e abbiamo dovuto passare una notte vicino alla spiaggia in un bosco. Non c’era niente da mangiare né da bere, qualche fortunato aveva un po’ di acqua con se e chi non aveva niente tentava di bere l’acqua salata del mare. Il giorno dopo arriva la barca, eravamo in 30 e il tizio che guidava la barca, per una bottiglia di acqua chiedeva 50 dollari e ci trattavano come animali. In quei momenti pensavo se Imam Hossein e suoi figli nella famosa battaglia de Ashura hanno resistito, perché noi non dovremmo farcela e questo mi dava conforto.
Nelle vicinanze di Grecia, per la nostra fortuna la polizia marittima ci ha fermati, perché la barca stava per affondarsi e per altro eravamo veramente esauriti e senza nulla da mangiare e bere e io questo lo ritengo un aiuto da parte di Dio. Dopo essere fermati ci hanno portati in una sorta di carcere, io ero in una cella molto buia insieme ad altre persone un iracheno e due africani che erano molto più grandi di me.
Piangevo di solitudine e nostalgia e qualche volta pregavo, pensavo di essermi impazzito. Il giorno che sono uscito dal carcere ero particolarmente felice ma sapevo che non sarebbe durato molto, perché il mio viaggio non era ancora terminato. Ho passato un mese ad Atene e ho vissuto molto brutti episodi. Per qualche sera ho dormito in una moschea e il resto nei parchi dove sono stato aggredito dai cani, mi sono fatto male al polso e mi sono anche ammalato, in più c’era sempre il pericolo di incontrare i fascisti che ti picchiavano. La notizia di afghani che perdevano la vita per raggiungere l’Italia mi scoraggiava molto, ma non avevo altre scelte che continuare il viaggio. Gli unici bei ricordi di Atene erano quelli di aver visitato i monumenti dell’antica Grecia, i miei famigliari che hanno raggiunto la Svezia, finalmente dopo un mese ho raggiunto l’Italia. Attualmente mi trovo a Roma, una città bellissima. sono passati 4 mesi e mi manca molto la mia famiglia e non sono ancora giunto alla destinazione…
Questo è il breve racconto del mio viaggio verso l’Europa e ancora non so se sono riuscito a realizzare i miei sogni o no.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]