La storia di Hossam

Avevo il sogno di cambiare questa vita e di restituire a mio padre quello che aveva fatto per me.

Sono egiziano. Sono un fratello di sei sorelle, mio padre è un contadino e la situazione economica della famiglia è media. Io ricordo della mia infanzia che ho fatto un incidente. Sono stato un anno in ospedale in coma. Mio padre ha venduto tutto quello che aveva per curarmi. Ho avuto quattro operazioni al cervello e ho fatto tante cure nel mio fisico, come le braccia e le mani. Sono uscito dall’ospedale e ho visto che mio padre aveva veduto la nostra casa e ora dovevamo vivere in una casa in affitto.

Avevo il sogno di cambiare questa vita e di restituire a mio padre quello che aveva fatto per me. Poi per raggiungere questo sogno ho cominciato a cercare e trovare numeri di trafficanti che fanno viaggi. Ho chiamato e ho incontrato tante persone. Poi ho trovato uno che ha chiesto meno degli altri, aveva chiesto 3500 euro. Poi il viaggio era due giorni dopo l’accordo. Sono andato a Alessandria, ho preso la barca lo stesso giorno. Eravamo 90 persone in una barca piccola. Poi questa barca piccola ci ha portati in un’altra più grande in cui eravamo 290 persone.

Il viaggio era di 21 giorni, era così tanti giorni perché la barca si è rotta per nove giorni. Poi abbiamo aspettato che arrivava un’altra che ha portato tante persone per arrivare in Italia. Io ricordo che le onde erano alte e che il cibo era un panino di formaggio. L’acqua era poca. Dovevamo anche pregare i trafficanti di darci acqua per bere. Siamo andati a Catania. Hanno preso tutti in un campo sportivo. Abbiamo dormito li tre giorni, poi mi hanno spostato in una comunità.

Sono stato li due mesi.

Poi ho cominciato a cercare lavoro e ho trovato un italiano che mi ha detto di lavorare con lui per pulire dove ci sono agnelli e pecore in un allevamento. Per due mesi mi ha pagato 300 euro, 150 al mese. Io ho chiesto a quest’uomo di comprarmi un biglietto per arrivare a Roma, lui ha preso 150 euro per fare il biglietto. Appena arrivato a Roma ho incontrato un egiziano e ho chiesto dove lavorare, lui mi ha detto che conosco che tutti gli egiziani della tua età lavorano nel mercato generale.

Lui mi ha detto che posso mangiare, dormire e mangiare nel mercato generale. Ho dormito una settimana nel mercato, poi avevo un amico qui a Roma, l’ho chiamato e lui mi ha preso a casa sua.

Sono stato li per due mesi, ho lavorato per lui e lui prendeva 150 euro per l’affitto al mese. Poi in più la spesa del cibo.

Come stavo cercando di lavorare e chiedevo sempre a tutte le persone lavoro. Ho trovato uno che mi ha detto che aveva bisogno di qualcuno nel suo fruttivendolo. Ho lavorato presso il fruttivendolo e per due settimane mi ha dato 300 euro e poi mi ha detto che non gli servivo. Sono tornato nel mercato generale dove guadagnavo 10-15 euro al giorno. Stavo a Tivoli un giorno in cui ho incontrato la polizia, che mi ha chiesto il documento. Non avevo nessun documento perché non ero in nessuna casa famiglia. Mi hanno preso e messo in una casa famiglia a Cassino. Da li sono scappato per tornare a lavorare nel mercato. Dopo due settimane la polizia mi ha preso di nuovo e messo in un’altra casa famiglia a Latina.

Non potevo uscire per tre mesi. Poi ho chiesto di uscire e mi hanno detto ok puoi uscire. Ho iniziato a cercare un lavoro a Latina. Non ho trovato nessun lavoro. In Centocelle ho trovato un lavoro in un fruttivendolo per 3 mesi, dalle 9 di mattina alle 5 di sera, prendevo 75 euro a settimana. Poi il padrone di questo fruttivendolo mi ha detto di andare prima, dalle 6 di mattina, io ho detto che non posso perché in casa famiglia, allora lui mi ha detto di lasciare il lavoro e che aveva bisogno di qualcuno che andava presto. Ora io sono senza lavoro.