Nessuno parla dei sogni

Non ho notato da nessuna parte che qualcuno avesse parlato della bontà e dei suoi sogni nel futuro.

In nome di Dio Misericordioso e Clemente, mi chiamo Nasir, ho 17 anni sono afghano di origine però sono cresciuto a Mashad Golshahr in Iran; adesso mentre mi trovo a Civicozero, scrivo questo testo, ho voluto scrivere per raccontare le mie sofferenze e difficoltà vissute nel corso della vita perché la gran parte dei ragazzi che sono passati da Civicozero hanno parlato e scritto delle loro problematiche, dolori, ecc. …. però non ho notato da nessuna parte che qualcuno avesse parlato della bontà e dei suoi sogni nel futuro e purtroppo ciò evidenzia la mancanza di lungimiranza nei giovani di oggi poiché non si preoccupano del loro futuro, non sanno che il futuro non sarà esattamente come lo vogliamo noi ed infatti proprio per questo si affidano alla mano del destino senza impegnarsi come si deve e pensano solamente a vivere i loro giorni della vita quotidiana.

Mio padre per motivo della guerra e della misera ha deciso di lasciare l’Afghanistan; quando io avevo 5/6 anni siamo andati in Iran e abbiamo affittato una piccola casa a Teheran, mi sono iscritto in una scuola pubblica iraniana dove ho potuto studiare solo per un anno perché nell’anno successivo non sono stato iscritto a scuola in quanto non avevo alcun titolo di soggiorno né documento d’identità, sono stato costretto a frequentare la scuola privata destinata solamente per gli afghani, quando ho finito gli elementare, ho cominciato ad andare al lavoro con mio padre  per la situazione economica della mia famiglia; la nostra era una famiglia numerosa e come risorsa economica lavorava solo mio padre; abbiamo deciso di trasferirci a Mashad per la mancanza del lavoro e il maltrattamento da parte della gente di Teheran nel confronti dei rifugiati afghani.

Ho lavorato per un anno come apprendista in una sartoria a Mashad e quando ho imparato il mestiere ho iniziato a lavorare per conto mio. Mentre imparavo il lavoro della sartoria lavoravo dalle 7 fino le 17 e poi andavo a scuola dalle 17.30 alle 21, perché non volevo abbandonare l’istruzione e infatti ci sono stati dei periodi festivi come il capodanno persiano in cui si lavorava densamente e io dopo la scuola invece di andare a casa lavoravo fino le 3 e 4 dell’alba e avevo circa 3 o 4 ore, nel arco di 24 ore per dormire.

Ho portato avanti in questo modo la scuola media inferiore e successivamente quando cominciato il liceo, e gli studi sono diventati più impegnativi per la mancanza di tempo non sono riuscito a studiare bene e avevo più difficoltà rispetto agli altri studenti, da una parte non volevo abbandonare il lavoro perché lavorando, dovevo dare una mano al mio padre, anche se mio padre capendo la mia difficoltà negli studi mi ha detto tante volte di smettere o almeno abbassare le ore di lavoro, però io non ho interrotto mai; quando finito il liceo nonostante la bassa credibilità dei titoli scolastici afghani, ho perso gradualmente la passione nel proseguire gli studi nelle scuole afghane, perché lo consideravo una perdita di tempo, e quindi ho deciso di andarmene dall’Iran.

Mentre studiavo il liceo il mio sogno è sempre stato quello di diventare psicologo e per realizzare questo progetto e raggiungere il mio obiettivo mi sono allontanato dalla mia famiglia. Mentre ci trovavamo ad Istanbul eravamo in otto e non avendo i soldi per pagare i trafficanti abbiamo deciso di comprare i mezzi di viaggio per raggiungere la Grecia; partiti dalla Turchia siamo entrati nel territorio greco, precisamente nella località di Fri dove siamo stati fermati dalla polizia greca e siamo stati rimandati in Turchia tutti gli altri compagni del mio viaggio sono stati rimpatriati in Afghanistan, in quanto erano maggiorenni, e privi di qualsiasi documento d’identità, ed io essendo minore mi sono salvato ma comunque ho scontato 3 mesi di carcere; dopo il rilascio dal carcere non avendo una lira sono andato a lavorare per 8 mesi durante i quali ho dovuto a che fare con diversi tipi di persona, per esempio le persone che appartenevano a diverse etnie afghane, tra cui pashtun, tajiko, hazara e poi anche la gente del posto cioè i turchi e infatti questi rapporti con persone di diverse mentalità mi ha reso ancora più di prima appassionato dalla materia di psicologia; ho conosciuto tanti modi di pensare e anche per questo mi sentivo in grado di affrontare ogni tipologia di comportamento umano, ho avuto tanti amici nel trascorso del viaggio, ognuno di loro aveva la sua mentalità e il suo modo di pensare e ragionare che era completamente diverso dall’altro e io al primo vista ero in grado di distinguere le sue caratteristiche comportamentale e poi mettere in atto la giusta strategia comportamentale nei suoi confronti, tra l’altro, questo mi spingeva ancora di più ad approfondire gli studi legati all’essere umano e trovare una soluzione per forza che la gente soffrisse di meno, per disturbi mentali, e puntasse di meno sugli aspetti negativi della vita quotidiana.

Sono stato un anno in Turchia dopodiché quando avevo abbastanza soldi per poter sostenere le spese del viaggio, ho deciso di ripartire per un paese dove poter continuare i miei studi e raggiungere il mio obiettivo e poi aiutare anche la mia famiglia. Abbiamo composto un gruppo di sei persone e da Istanbul siamo andati ad Ishmir, e siamo andati a bordo dell’autobus, li abbiamo comprato il gommone motore e remi dopodiché siamo partiti per la Grecia per fortuna siamo riusciti ad arrivare questa volta la polizia greca non ci ha rimandati indietro e ci ha trasferito nel campo di Metilene. Dopo diciotto giorni siamo andati ad Atene dove siamo stati per 15 giorni in un dormitorio, pagavamo tre euro a testa per una notte di soggiorno; dopo 15 giorni sono riuscito ad andare in Italia al bordo del tir e adesso mi trovo in Italia da 15 giorni, nei prossimi giorni parto per Parigi e poi passando ad Amburgo e Copenaghen raggiungerò Stoccolma e lì farò la richiesta per asilo politico, per proseguire i miei studi per laurearmi un giorno nella materia di psicologia.

Sono contento nella vita, ho avuto una vita felice perché ho vissuto il periodo più sereno della mia vita in Iran però mi dispiace solo per una cosa cioè in Iran gli afghani non godono di alcun diritto e il loro diritto viene calpestato, i miei migliori amici e famigliari si trovano in Iran, però questo non mi fa stare male perché io presto ci torno a trovarli.

Durante questo viaggio ho conosciuto tante nuove persone tra cui i modi di ragionare e pensare di essere umani, per esempio qualcuno potrebbe dire che una persona non è una persona per bene ma io credo che alla fine ogniuno ha dei lati positivi è necessario solamente imparare a conviverci tra di noi senza far del male all’altro. Faccio tanti auguri di successo a tutti voi. Ringrazio tutti gli operatori compresi i mediatori culturali dei centri Civicozero.