Da Kabul a Stoccolma

Il trafficante ci ha fatto salire sul gommone, ci ha dato due remi e ci ha detto di andare dall’altro lato del fiume.

Non è stato facile aperché il gommone era piccolo e circa 30 persone erano state caricate a bordo.

Salve! ho 16 anni, vengo dalla provincia di Bamyan in Afghanistan, sono nato a Teheran in Iran, mio padre si é trasferito in Iran perché c’era la guerra e altri problemi in Afghanistan. Mio padre è morto quando io avevo 7 anni.

Io, mio fratello e le altre due mie sorelle abbiamo dovuto rinunciare a studiare perché mia madre economicamente non ce la faceva a portare avanti le spese della famiglia.

Mia madre era una sarta e lavorava a casa, io e mio fratello pure facevamo il sarto; con il passare del tempo quando ci siamo riusciti a mettere da parte un po’ di soldi, mia mamma ha deciso di far partire mio fratello per l’Europa perché in Iran non avevamo nessun diritto, come tanti altri afghani.

Avevamo paura della polizia, paura di essere rimpatriato, la gran parte della gente iraniana è fascista e razzista.

Io penso che c’è la gente buona e quella cattiva ad ogni parte del mondo però la maggioranza degli iraniani sono razzisti, comunque mio fratello con tante difficoltà è riuscito ad arrivare dove voleva arrivare cioè in Svezia.

Dopo tre anni della partenza del mio fratello, mia madre mi ha fatto partire dell’Europa con l’aiuto dei trafficanti, ho camminato per più di venti ore sulle montagne e nel bosco per entrare in Turchia dall’Iran; siamo arrivati a Gohar Shahr che sarebbe una località al confine con la Turchia, ci siamo messi i vestiti nuovi per non farci sospettare della polizia, poi siamo partiti per Istanbul.

Il trafficante, ci ha messo sul pulmino, eravamo in 30, eravamo tutti fermi in piedi, non ce la facevamo più, avevamo i piedi completamente addormentati, ci hanno fatto scendere dal pulmino, poi abbiamo camminato altre 8 ore nel bosco finche siamo arrivati sulla riva del fiume il quale separa la Turchia dalla Grecia.

Il trafficante ci ha fatto salire sul gommone per attraversare il fiume, ci ha dato due remi e ci ha dato l’indicazione per andare ad altro lato del fiume.

Non è stato facile attraversarlo perché il gommone era piccolo e circa 30 persone erano state caricate a bordo.

Quando siamo arrivati in Grecia, siamo stati in fermo per 3/4 giorni, dopodiché siamo andati a Patrasso dove tutti giorni tentavamo di partire con il camion senza aiuto del trafficante, scavalcando la rete con fili spinati, provavamo a nasconderci dentro o sotto il tir, avevamo il terrore di essere inseguiti dalla guardie portali, dalla polizia, dai fascisti eccetera.

Sono rimasto circa 5 mesi a Patrasso finche ci sono riuscito a giungere l’Italia con un amico, siamo andati a Roma dove sono rimasto due settimane, poi mio fratello mi ha mandato soldi e sono ripartito per arrivare in mio paese preferito cioè la Svezia.

Durante la mia permanenza a Roma di giorno andavamo al centro in cui lavoravano il signor Syed e Yves per passare il tempo, mangiare e divertirsi c’erano anche i ragazzi di altre nazionalità oltre gli afghani, di notte andavamo a dormire e mangiare in un centro notturno esclusivamente per minori; rimediandomi i soldi sono partito per Ventimiglia e poi per Parigi, ho cercato di partire durante i weekend perché tanta gente parte e c’è meno rischio di essere fermato dalla polizia.

Tra l’altro noi non avevamo manco i documenti di riconoscimento cioè passaporto o carta d’identità, da Parigi siamo partiti per Amburgo in Germania poi ho proseguito il viaggio per andare a Copenaghen in Danimarca.

Chiedevo aiuto alla gente del posto per avere le indicazioni, erano molto disponibili ad aiutarmi, poi sono andato in Svezia, mentre io e un mio amico ci trovavamo sul treno tra Germania e Danimarca, sono saliti sul treno i poliziotti in borghese però non ci ha detto nulla, non lo so perché. Forse gli abbiamo fatto tenerezza forse non si sono sospettati; insomma sono arrivato dove volevo arrivare.

Ora vivo serenamente in Svezia e sono soddisfatto della mia vita, sto studiando, vado a giocare a calcio, mi impegno ad imparare la lingua e…

mi manca tanto la mia famiglia.