Il tempo di Fawad

L’unica cosa che non era importante per me era il tempo.

In Italia in un bel pomeriggio sono andato a visitare quello che nel passato era un ospedale psichiatrico. La guida ha iniziato a spiegare e io ho capito che era una sorta di prigione per persone con disagi mentali.

Effettivamente in quel posto c’era qualcosa di poco piacevole, usavano prendere delle persone e facevano dei test su di loro ma c’erano alcune stanze che vedendole erano particolarmente pesanti per me. Per prima cosa, c’era una stanza speciale dove attraverso una parete le persone che si trovavano all’interno potevano osservarsi più alti o più bassi del reale.

C’era un altro posto dove potevi parlare con un microfono e la figura di una bocca iniziava a parlare con te. Noi non eravamo pazzi e avevamo problemi così osservando queste stanze non potevamo capire la ragione ma per alcuni aspetti forse erano sani, questo è logico, non posso sapere se potevano capire o no. Ci hanno poi fatto vedere come mangiavano e come passavano il loro tempo.

Quello che più mi ha interessato sono stati i disegni, in molti c’erano degli orologi e questo è stato strano per me. Io sono stato in un campo in Turchia che era come una prigione, poi sono stato lì per 21 giorni. L’unica cosa che non era importante per me era il tempo. Odiavo il tempo quando ero lì, ma evidentemente per loro era molto importante. E stata una bella esperienza per me, perché ho potuto confrontare come gli europei trattano i malati mentali rispetto a come vengono trattati in Afghanistan.

Grazie a chi mi ha dato l’opportunità di fare questa visita.